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lunedì 10 giugno 2013

3102 60 01

il mio corpo abbandonato, su un letto dalle lenzuola umide macchiate dal mio sapore. La mia anima è lieve, si solleva e si espande, su un soffitto che riflette il vuoto. Chiacchiericci accompagnano caldi pomeriggi pigri, ma all'improvviso mi sconvolgo. Assaporo ogni insana delizia di un paradiso narratomi come l'inferno. Dopo il vizio torno alla mia altalena, sorrido innocente, salgo e scendo con gli occhi al cielo. Indosso un gonnellino leggero, sollevato dall'aria che accompagna il mio moto. Con malizia guardo chi mi circonda, quegli sguardi indiscreti che vorrebbero strapparmi la gonna. E mentre mi violentano: io mi perdo ad osservare nuvole che scorrono veloci, come scene di un cortometraggio in bianco e nero. Quanto è amaro il mio canto, sfiora le foglie trascinato dal vento, condannato a non fermarsi mai.

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